“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”
Primo Levi, Se questo è un uomo
Il monito di Primo Levi ci dice quanto il pericolo di oscuramento e seduzione delle coscienze sia sempre presente. Movimenti neofascisti e neonazisti, che credevamo definitivamente sepolti dalla storia, diffondono paura, odio razziale e intolleranza e raccolgono consensi sempre maggiori. In Europa tornano i muri e i fili spinati.
ProBorgo ha chiesto ad alcuni storici e ricercatori una riflessione sul significato, oggi, del Giorno della memoria.
Ecco il contributo di Angelo Vecchi
Penso che la memoria sia una virtù civile purtroppo oggi in declino. Infatti, dagli anni Ottanta, il neoliberismo ha imposto i suoi modelli unilaterali e aggressivi riducendo l’uomo a individuo competitivo, privato della sua dimensione sociale e limitato nella memoria. La realtà appare appiattita sul presente i cui confini col virtuale sono sempre più sfumati. La memoria appare come un peso ingombrante che ostacola lo sfrenato avvitarsi del mercato su se stesso.
“Progetto” è oggi una delle parole più abusate, ma proprio l’attenuarsi della memoria, cancellando le idee di prevenzione e di precauzione e azzerando i comportamenti solidali e responsabili nei confronti delle generazioni future e dell’ambiente, rende impossibile progettare il futuro, lo sviluppo sociale e la stessa sopravvivenza della specie.
Penso anche che sia un errore mescolare o sovrapporre memoria e storia. Sono due strumenti che vanno tenuti separati. La storia studia configurazioni, mutamenti e sviluppi della memoria sia sul piano soggettivo sia nell’immaginario collettivo, un concetto forgiato dalla scuola degli Annales che tuttavia non ha ancora esaurito le sue potenzialità nella ricerca storica.
Se i “giorni della memoria”, che sono in parte prodotto di culture con poca storia e ancor meno memoria, saranno efficaci, lo dirà la storia. Gli italiani non hanno fatto fino in fondo i conti o addirittura hanno rimosso i capitoli nodali del loro passato. Si tratta di una colpevole inerzia che non può generare buoni frutti.
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